Monday, March 12, 2007

ricaduta

Me l'aspettavo, è successo. Non farne un dramma, dai, non è poi così grave.
E' che mi scopro buchi in cui vorrei trovarci parole e dentro ci sono gorgoglii in altre lingue che in fondo non sono mai la mia. E' che ho pensieri fatti apposta per il blog, perché un giorno a rileggere mi possa ricordare di me e non riesco a comporli.

E' risuccesso, che ho strappi nella memoria, in cui la mia lingua scompare, e le parole di qui prendono posto prepotenti e fanno piazza pulita.

E due giorni fa mi sono ritrovata a immaginarmi di tornare, ho fatto tutto il montaggio dell'operazione, mi sono trovata un lavoro,una casa, l'ho arredata, ci sono tornata in motorino ho aperto le finestre, ho visto tetti e sole, ho fatto la spesa, ho visto gente e fatto cose e poi, sempre mentalmente sono tornata qui. perché "lì" non funzionava, era nella mia testa, non funzionava nemmeno nella mia testa, dove di solito tutto funziona, anche che ne so, immaginarmi vecchia, o ricca, madre sposa, o capitana d'azienda, missionaria in africa, aborigena.

Voglio una bussola, una calamita, un'ancora, voglio una direzione. Voglio voglio voglio e non so più cosa, e soprattutto dove.

Ho comprato un biglietto per londra, così mi vado a comprare ossigeno in lattina e un po' di spirulina. Ho comprato un biglietto per roma, così mi vado un po' a scannare con i miei e rivedo gli amici. FCF ha comprato i biglietti per andare insieme a Dublino e nella foresta amazzonica.

Se si tratta di andare partire spostarsi fisicamente, tutto funziona a meraviglia. E' nella testa che non so dove andare. Che non so dove mi trovo e perché e per quanto tempo e con chi e a fare cosa e quando e come.

E non so dirmelo, perché non trovo le parole, perché ho la lingua e l'accento del viaggio e dell'avventura e il dolore del ritorno, e ho voglia di dormire e d'estate.

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