Friday, October 14, 2005

perché

C'era questa domanda stupida in uno di quei giochi stupidi che qualcun ha il tempo libero e la pazienza di mandare via internet ogni tanto. "Lasciare o essere lasciati". Che domanda stupida ho pensato, come se quando si viene lasciati ci fosse la possibilità di scegliere. O viceversa.... Eppure avevo la mia risposta pronta e chiara. Chi ci fa i conti con il senso di colpa poi?
Io non potrei mai. Io non ce l'avrò mai quello che serve a dire "sai è finita" "scusami ma è finita" o le infinite varianti. (a me una volta è toccato "sto male" e il tipo che mi scaricava così dicendo era un brillante dottore in medicina, per cui il primo pensiero quando ho sentito "io sto male" per telefono, quel pomeriggio di luglio di 7 anni fa è stato "ci avrà un tumore la leucemia l'alzheimer" e già piangevo di dolore, prima che lui precisasse "sto male con te"). CDM mi fece un discorso vago e rotto, faticoso, addolorato. Mentre mi stringeva a sé nel letto. Il suo malessere altro non era che una tipa più "donna" di me. Più alta, più tette ma anche più voglia di mettere su casa. Al punto che lui scappò via a gambe levate poche settimane dopo. Almeno questo dicevano le notizie di seconda o terza mano che ricevevo. CDM tornò, per poco più di un fine settimana e poi un altro e un altro ancora. Io non ce l'avevo con lui, ce l'avevo forse solo un po' con me per aver creduto in quella storia all'inizio, e per essermi staccata così facilmente da riuscire a rivederlo e tutto ciò che ne conseguiva senza provare nessun dolore dopo. Nessun dolore o quasi. Negli stessi giorni in cui io mi innamoravo di mimmi, CDM si innamorava di una. Nei miei primi 15 mesi con mimmi lui viveva con questa, una volta ogni tre mesi ci sentivamo per dirci quanto era bello essere rimasti così amici da poterselo dire così. senza altre parole. "Quanto ci tengo a te" "Sapessi io". Poi la tipa lo lasciò. Lui era partito, stava fuori da qualche mese e un giorno lei lo chiama e gli dice "è finita, al tuo ritorno non mi troverai". Puf, così, dicono sempre le mie notizie di seconda mano. Lui si fa forza, si consola, se ne fa una ragione, si fa una bella serie di avventure in giro. Comincia a chiamarmi più spesso. A me fa piacere, sono lontana, sono espatriata, vivo con mimmi, poi mimmi parte, fa bene sentire chi mi ricorda com'ero. Chiede consiglio alla mia amica cara che ci ha fatto conoscere "che faccio provo a riprendermela? mi sa che non avrei dovuto scaricarla tutto quel tempo fa". La mia amica suggerisce di lasciar perdere, gli dice di non farlo, gli dice che io sto costruendo con fatica qualcosa con un altro e non è il caso di provare a mettere bastoni o altro fra le ruote. Anch'io ho voglia di rivederlo però, sapendo che non saprei più che dirgli, sapendo pure che quattro giorni con lui sarebbero sessualmente ineffabili. Lo invito a venire a parigi. Lui compra una biglietto si prende una bella settimana di ferie mi chiama e me lo dice. E`uno dei giorni in cui vorrei non aver mai incontrato mimmi, uno dei giorni di buio e "you don't make any sense I don't know why we bother this is not the relationhip I want", uno dei giorni in cui vorrei silenzio intorno, e un bel maschio a portata di mano, a low maintenance one, uno che non mi obbliga a leggere "The New Yorker" quando io ho voglia di totale alienazione geopolitica, lessicale, pop-culturale etc. Insomma quando ho voglia di spegnere ogni area senziente del mio corpo e risolvere sudoku a manetta. (master, niveau + fort!) o annegare in un fiume sessuale. Quindi mi predispongo all'arrivo di CDM con le peggiori intenzioni. Mi compro i completini di Princesse tamtam, mi metto la crema tutti i giorni, annoto posti dove portalo dovesse restare tempo libero. Poi tre giorni prima del suo arrivo succede qualcosa. succedono due cose in realtà ma solo una è attinente, paradossalmente. Gli scrivo una mail in cui m'invento un viaggio di lavoro nell'oceano indiano, gli propongo di rimborsargli il biglietto mi scuso e lo saluto. Ci metto una settimana a pentirmene, quando è ovviamente troppo tardi. E ancora non so perché l'ho fatto.

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