Friday, February 10, 2006

"C’era. C’è stata. Forse, non ci sarà.

http://www.iie.org/Template.cfm?Section=testl&Template=/NewLeadersGroup/photo_page3.htm

C’era. C’è stata. Forse, non ci sarà.
Come in una di quelle ore insignificanti di un pomeriggio senza impegni, ti aggiri per la città senza una meta precisa. Sai che, volendolo, ti metterai alla ricerca di qualcosa di cui probabilmente non hai alcun bisogno. Ma è qualcosa che serve solo a muoverti. Te ed i tuoi passi. Una corrente sotterranea che anima il fluire del sangue e dei pensieri che informano le azioni.
Oggi, come in un pomeriggio senza impegni, mi metto a cercare nomi in rete, così come si vaga per le vie del centro alla ricerca di qualcosa che stimoli l’attenzione ed accenda un’idea.
Oggi, come chissà quante altre volte, mi metto alla sua ricerca. Partendo da insignificanti sue tracce nell’infinità di nomi che popolano la Rete. Scorro tutti i suoi articoli, le recensioni, la carriera post-universitaria e giungo negli Stati Uniti. Ogni tanto, come a riprender fiato, mi fermo a pensare se abbia mai immaginato, supposto o sperato che qualcuno facesse qualcosa di simile per lei. Se qualcuno, con le parole di Paradzanov, sia mai ‘vissuto morendo per lei’.
Alla fine di ottobre scopro che il suo primo documentario sarà insignito di un prestigioso premio internazionale. Alla fine di ottobre scopro che è ancor più lontana di quanto potessi immaginare. Dopo aver frequentato i corsi di giornalismo a Berkeley, a New York, durante una festa in suo onore, riceverà dalle mani di Henry Kissinger l’ennesimo riconoscimento al suo lavoro.
Invio un messaggio di congratulazioni, le chiedo di riservarmi almeno uno dei balli che seguiranno la cerimonia e poi nulla più.
Oggi, come in un pomeriggio senza impegni, in realtà come in un pomeriggio in cui si sfugge ai propri doveri di studente, un pomeriggio che decidi non è buono per darsi da fare, incontri immagini di una persona che stenti a riconoscere. Una persona che c’era. O almeno così ricordi. Una persona che c’è stata. Che sai popolava le tue fantasie ed i tuoi sogni. Come la principessa che quando eri bambino speravi uscisse dalle pagine dei libri di fiabe, per vivere felice e contenta al tuo fianco.
Forse, non ci sarà. Perché io non la riconosco più. E allora me la prendo con la tecnologia digitale che, notoriamente, appiattisce le immagini, togliendo loro l’anima, quella profondità che è poi da dove la principessa arriva.
Io non la riconosco. Al punto di essere giunto a pensare ad una possibile omonimia. Ben sapendo che è proprio lei. Perché non voglio ammettere, in primo luogo a me stesso, che ho inseguito un’immagine. Che, come Antoine Doinel, ho inseguito un’immagine, un raggio di luce.
Io non la riconosco più. E così posso dire che non è bella come la ricordo. Perché era bella sì, ma un po’ superficiale: le gite in barca a Ventotene, la casa a Punta Ala e la Mini parcheggiata sotto casa.
Ora è invece una donna impegnata in documentari realizzati tra le banlieue parigine e Teheran. Ma almeno non è più bella com’era.
Forse, non lo è mai stata. Forse, non ci sarà. Allora.
Avevo bisogno di difendermi da quello che ne avevo fatto. Adoravo e demolivo il mio idolo. Per sopravvivere alla noia. Per sopravvivere." ALS

0 Comments:

Post a Comment

<< Home