Monday, January 22, 2007

I want some and then more

Nella sua casa di campagna, ieri. Meraviglioso fine settimana lontano dal mondo, svegliamo il silenzio di alberi e uccelli intorno a noi che dormiamo in una stanza di legno sotto gli alberi.

Nudi fra la stanza e la casa, piedi nudi sulla pietra e sull'erba.

Accendiamo il camino, prepariamo la colazione. Ancora un sorso di tè, ancora un bacio. Poi lui sparisce. Torna e mi mette in mano il fucile, mi spiega come caricare, mi indica le conchiglie che ha nascosto sui rami di alberi lontani. E mi dice "spara".

E io sparo una prima volta. Il colpo si perde nell'aria, nella terra. Non ci siamo. Respira, dice, prendi la mira, trattieni il fiato e premi il grilletto. Boum. Boum. Boum. Boum. Ne secco quattro di fila. Ne sfioro un paio. Ricarico. Ne secco altre tre.

Ecco, ieri ho imparato a sparare. Ho ucciso una decina di conchiglie.

Poi apriamo la stanza di dietro, quella chiusa da due anni. Ci sono tutte le sue cose, le cose di lei, quello che ha lasciato. C'è una cassa di fotografie. Io la guardo e non oso parlare. Lui prende la cassa, ci sediamo sulla panca davanti al fuoco e me le mostra tutte una per una. Dieci anni di alberi, di neve. Dieci anni di paesaggi. Dieci anni di muri di pietra. Ogni tanto c'è lui, che sorride all'obiettivo, il suo sorriso innocente aperto franco. Sei bello amore vorrei dirgli, sei ancora più bello quando ridi così. Sorridi a lei in tutte queste foto. E lei non c'è mai. Ha tolto tutte le sue foto lei e se le è riprese. Ha dimenticato solo i provini di ogni rullino: una treccia, un profilo, una mano.
In fondo alla cassa, c'è un pacchetto di foto che deve esserle sfuggito. Finalmente ha un volto. Mi sforzo di vederla bella, mi sforzo a non trovarla né bella né brutta. Dieci anni con lei. Mi immagino i dieci anni in cui ogni giorno si è svegliato e c'era lei accanto. Naso occhi bocca. Capelli. Si, sono belli i capelli di lei, me l'aveva già detto. Il viso duro da bambina, un viso un po' europa dell'est, lui mi ha detto. E' vero. E' questo il viso di quella che ha amato più di se stesso, fino a non riuscire a immaginare un vita che non fosse con lei. anche quando lei l'ha tradito, gli ha svuotato le tasche, gli ha nascosto la sua doppia vita. anche quando gli impediva di respirare. Dieci anni lontano dal mondo, al riparo da altre donne, al riparo da tutto. Dieci anni in cui l'ha convinto di non valere niente, di non saper fare l'amore, che le donne non godono a letto, che il latte fa male, i romanzi non si leggono, che i suoi stages di ipnosi eriksoniana erano la cosa più importante del mondo, dieci anni senza un piatto caldo, dieci anni di gioielli e camicie mai stirate, dieci anni senza carezze per il cane. Dieci anni in cui lei partiva per vedere un amante, per farsi operare le orecchie a sventola, farsi fare una liposuzione, e poi tornava e gli costruiva intorno dei muri e appena lui riusciva ad adattare la propria vita a una nuova barriera ce n'era subito un'altra pronta. Dieci anni e poi un giorno lui ha detto basta. E se ne è andato, è tornato nella loro casa di campagna e l'ha trovata già vuota. Lei e i traslocatori erano già passati. Aveva fatto portare utto via. Gli ha lasciato quella stanza piena di sacchi di stracci, brandelli di cose di cui non aveva più bisogno. Una teiera rotta, un piatto incollato due volte. Qualche libro senza valore. La cassa delle foto ripulite. Portiamo tutto di là e bruciamo questi stracci, mi dice. Non oggi dico io, la prossima volta. Io non ho fretta. Voglio ancora capire, voglio frugare sapere imparare riconoscere scegliere piegare riordinare, voglio appropriarmi di questi fantasmi, questi suoi fantasmi, imparare a non temerli.
Vorrei sapere cosa vede lui quando la vede in quelle foto. "Une très belle femme" mi aveva detto. Io però non la vedo. Vedo la treccia piena e folta color del grano a giugno. poi lei si gira e vedo una donna di quarant'anni o più, un volto di spigoli duri, un naso sgraziato, degli occhi vivissimi senza dolcezza, una bocca che non si piega in nessun sorriso e nasconde una smorfia diversa ad ogni scatto. Vedo una donna insoddisfatta, amara, prepotente, una mente sottile. Me la immagino dodici anni fa, delusa, tradita dall'uomo che aveva allora, da una vita svuotata di senso, di noia di vivere, un giorno si imbatte in un giovane uomo bello come il sole, forte, pieno di vita, la forza di chi ha vent'anni e futuro e voglia di amare, voglia di bere il mondo, di aggrapparsi a un pezzo di universo, trovarlo meraviglioso, riempirlo di vita e di significato. E lei se lo prende, gli succhia anni e sorrisi, gli ruba amici e pensieri, gli ruba soldi e sicurezze, gli dà i binari stretti e le porte di chiuse di un amore cieco morboso e padrone. Me la immagino guardarsi allo specchio, imparare a non muovere i muscoli ché poi se no vengono le rughe e poi guardare lui, il suo corpo di vent'anni, lungo e svelto, i suoi occhi grigioblu, il suo sesso duro e pronto, sempre.
Lui che è solo al mondo, lui che impara che al mondo non c'è altro che lei. Lei e i suoi buii, i suoi rancori, i suoi ordini, i suoi debiti, i suoi muri, lui che ci mette dieci anni ad uscire da lì e due anni ancora a riaprire la porta della stanza senza tremare di rabbia e di dolore.
Era sereno ieri, era pronto. Forse ero io a non essere pronta. Ho rubato una foto. Una foto di lui che sorride. Lo stesso sorriso di oggi. La tengo stretta mentre vado al lavoro. La foto dell'uomo che dorme con me tutte le notti. Con cui faccio l'amore tutti i giorni. Che ogni volta si stupisce di ogni mio orgasmo come di un miracolo e me ne chiede un altro e un altro ancora, me ne regala tanti quanti riesco ad averne. Fino ad esplodere insieme a me. Ogni volta restiamo allacciati per lunghi minuti ore notti intere. Dice che la prima volta sono stata io a stringerlo forte dopo l'orgasmo, a tenerlo stretto dentro di me, e lui ha pensato a tutte le volte che lei lo scacciava, con fretta e disamore irritato. E nessun orgasmo in dieci anni. Io stento a crederci.
Com'era per me prima, con gli altri? Più o meno uguale ad adesso credo..... bugia: prima mi ricordo di aver avuto orgasmi di dieci minuti solo due o tre volte, nessuna di queste con mimmi. venire venivo sempre, senza problemi. "Orgasmo operaio" diceva LRU, "tu l'orgasmo te lo prendi come una rivendicazione sindacale". Adesso vengo senza sforzo, e ogni volta sembra non finire mai, FCF ne è così felice. Sapessi io amore, sapessi io.

7 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Una ragazza dell'est, a Parigi, con doppia vita? La conosco!
Veronique-Weronica.
Ma anche no. La descrizione non si attaglia a quella meraviglia (che parapiglia!).
Je t'aime Irène.
PTMY

9:26 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ahh ecco poi anche volevo dire che fino a quasi alla fine del post ho avuto seri dubbi che il tuo fiance' sia un po' (eufemismo) coglione. Poi, saputo che tutto inizio' quando era da solo e ventenne ho deciso che merita altre occasioni.
Dio, come sono buono.

9:28 AM  
Anonymous Anonymous said...

Ahh inoltre. Nel mondo blog le donne:
1) non scopano da mesi
2) se scopano, hanno iperorgasmi multipli e sentono le voci come Giovanna d'Arco.
Tertium non datur.
Nella vita vera (se esiste, e se e' vera) e' cosi'? Io non me ne intendo. Ma forse la blogsphere raccoglie donne particolari.
Cazzo tre commenti.
Dio, come sono prolifico.

9:37 AM  
Blogger mm said...

io la dicotomia vita vera/vita nel blog non la comprendo. Io scrivo per non dimenticare per rileggere fra vent'anni per sentire una voce interiore in italiano (che è la mia lingua madre e che purtroppo non utilizzo quasi più) io scrivo per me. Io le bugie so dirle e anche molto bene ma con me stessa non ci provo neanche. Io non scrivo perché mi si legga. Una volta scrivevo, quando ero ancora in italia, scrivevo molto e avevo un solo lettore che era anche il mio amante. Gli raccontavo di noi e lui leggeva avido e ogni volta diceva "continua", e io continuavo, ma anche allora e lo sapeva anche lui molto bene, io scrivevo solo per me.

1:20 AM  
Anonymous Anonymous said...

Se mi dici che e' tutto vero ci credo. Che poi, vero.... Raccontando, anche a se stessi,si sa, si romanza almeno un filo (*).
Quello a cui faccio fatica a credere, invece, e' che tu scriva solo per te stessa. L'ho gia' sentita, e non ci ho mai creduto. Perche' non scrivi, allora, su un file word sul tuo pc? Non e' un invito ehhh!!! Adoro leggerti. Ma che bisogno c'era di creare un blog?
Suvvia, e' bello che qualcuno ci ascolti. E, possibilmente, ci ammiri. Fate tutte cosi' fatica ad ammeterlo.

PTMY


(*) non e' chi non veda pura invidia del nostro PTMY per le capacita' amatorie dell'uomo dei tetti.

5:17 AM  
Anonymous Anonymous said...

buon x te!

7:14 AM  
Anonymous Anonymous said...

tlt h bej g, free porn. lei a, pwz mofidy! hldd v hkf wt.

12:23 PM  

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