Friday, April 13, 2007

Caelum non animum mutant qui trans mare currunt?

Sarà che sono un po' di giorni che mi sveglio con strane pieghe nei pensieri, sarà il tempo che cambia ma resta più indeciso e sospeso di me. sarà che intorno a me non sento nessuno ridere di quelle belle risate di gola che io so. Saranno quei 25 trentamila euri che mi servono per andarmene sei mesi in uno di quei due o tre posti che so. Sarà che qualche giorno fa come in libro di mcewan, un istante un passaggio brevissimo un impercettibile cambio di luce una frazione di secondo ha prodotto un cambiamento prima inconsapevole e poi giorno dopo giorno dopo ora dopo minuto sempre più chiaro, e oggi l'ho quasi messo a fuoco e so.
credo di sapere se lo smonto come un orologio e rigiro i pezzi in mano, che tutto è cominciato leggendo del potere e della forza evocativa della parola "pomeriggio" sul blog di LRU. e poi si è aggiunto un pezzo successo prima in realtà ed erano i tre messaggi in segreteria di DSH che a metà del secondo già sentivo la torre delle mie certezze scricchiolare sotto e sopra di me. "andiamocene a londra il nostro posto non è qui qui non succede niente qui non c'è vibrazione non c'è suono non c'è colore" e io riattacco ché poi se no gli devo dare ragione. e ancora il secondo mezzo e il terzo messaggio non li ho ascoltati.
E poi c'è boulot metro dodo. Dodo con FCF sulla mia spalla che diventa pesante e duro e a volte vorrei scrollarlo alzarmi e sparire per sempre, e lo stringo forte perché voglio crederci, ma ecco un po' lo so che io non sono fatta di una materia né costante né fedele né testarda e ho già sparato a un innocente e fa tanto male all'inizio ma poi ti abitui, io ho già rubato i sogni a qualcuno e mimmi lo sa e allora ecco forse già intravedo che FCF sarà il prossimo e quella certezza di settembre "l'ultimo uomo della mia vita" chissà dov'è oggi.
Insomma ho in mente il pomeriggio, i colori di un pomeriggio di quasi estate, pelle dorata bibbbbbite passi di gente che attraversa piazze barcellona forse, o anche amsterdam, ho in mente un pomeriggio ad aspettare qualcuno che finalmente arriva, sono in mezzo a tanta gente su una terrazza di caffé, e voci e gente che ride in almeno tre lingue del mondo. Ho segni di zaino sulle spalle sotto bretelle sottili, fumo in piena facoltà, ho un drink davanti a me. Ho gente intorno a me, visi che mi invento di quelli che non rivedrai mai più, di quelli che ogni tanto ritroverai in un angolo del mondo, di quelli che ci si rincorrerà da una time zone all'altra e un giorno perderai di vista e non importa intanto ce n'è di nuovo intorno. Kurt Vonnegut è morto ieri. Parliamo di Kilgore Trout, e di cronosismi. abbiamo una mostra un concerto una festa una striscia un aereo in vista, abbiamo lunghi viaggi e amori brevi, e intanto abbiamo questo pomeriggio qui, e siamo al centro del mondo. E mentre questo grumo di sogno-pensiero si forma o immediatamente prima o dopo ecco mi rivedo dove sono, sono appena uscita da studio, è la fine di una settimana di grandi successi e cammino leggera, anche se sono stanca perché lavoro troppo e ho la mia mini giacca-cappa estiva bellissima e passo davanti al caffé figo vicino alla metropolitana e intanto penso a M&N che non incontrerò più lì per caso perché si sono trasferiti a LA e io chissà quando ci vado a LA e intanto, con i miei pensieri la mia mini giacca cappa mi sto affrettando verso casa ed ecco alla sola idea mi sembra di precipitare.
Da otto mesi ogni sera mi affretto verso casa. E kurt vonnegut è morto ieri. fcf è un granello di sabbia, l'ultimo granello di sabbia della mia vita mi viene da pensare. E il mio prossimo viaggio è fra due mesi. Help. Mi affretto a casa. Mi sento un ordigno ad orologeria. Tremo all'idea di FCF che mi nomina un ennesimo essere umano che conosce che-non-è-mai-uscito-dai-confini-della-provincia-dove-è nato-e-dove abita. Baaaaaang!
"mi fa strano pensare che c'è gente che esce tutte le sere" ari-baaang!
e mi scopro una lista di frasi/situazioni-detonatore lunga come dogville.
Quanto resisterò ancora? un mese, due? domani sera?

Mi manca mimmi e i nostri viaggi e mille personaggi incontrati, i miei pomeriggi per le strade nel mondo.
Oggi no, i miei figli che un giorno avrò non mi mancano per niente. Oggi mi manca un biglietto in tasca che mi dice a che ora si parte. Oggi voglio affrettarmi verso un treno un aeroplano una navicella spaziale, ma a casa proprio no, non ho voglia di tornare.

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

lru? dif! io parto per palermo tra poco. affittiamo una casa. di euro te ne bastano 100, se mi vuoi passare gli altri 29.900 fai.

12:42 AM  

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