Tuesday, August 30, 2005

Fill in the blank ..................®™

from my notes to self :

-Start my own business ASAP to make a crazy amount of money and stop waking up at 7,30 every day to make a shameful 2200€ a month
-Find money to start the afore mentioned business (bank robbery? loan? personal savings piled up by year 2034?)
-work on brand name (√)
- buy new underwear

La mia catena di pizzerie al taglio debutterà in francia, perché ci vivo e perché ce n'è particolarmente bisogno (se ce ne sia bisogno a prescindere dalla mia presenza sul territorio nazionale mi è del tutto indifferente, e il mio futuro marketing advisor faccia meglio a non obiettare o lo licenzio ancora prima di assumerlo).
I tranci di pizza saranno venduti in scatolette di cartoncino bianco semiopaco, previo rivestimento in carta oleata. Fra i gusti ce ne saranno almeno tre dichiarati "light", e un paio "bio" ché i frogs (e soprattutto le filiformi frogs) si sentono minacciati sul piano della sicurezza nazionale da fenomeni come l'olio d'oliva, i cibi saporiti, le porzioni normali e il peperoncino piccante. (perché bio, ci si chiederà... quello è solo perché così può impunemente costare di più).

Il nome deve essere abbreviabile o già abbreviato e contenere almeno un apostrofo e/o un finto genitivo sassone (siamo nella terra dei sandwich's e dei pin's). La sola deroga agli standard nazionali di coerenza e intelligenza nella comunicazione verbale sarà il nome: esprimerà chiaramente, senza errori, sotterfugi o inganni il solo scopo e la natura del prodotto. Il nome non potrà essere in italiano né vagamente suonare tale. ( la parola pizza non conta, per i francesi la pizza è una specialità del sud est della francia, come la paella lo è del sud ovest, il chicken curry dell'estremo est e così via, sempre per via di quell'arrogante convinzione di superiorità culturale dei francesi, per cui tutto ciò che è commestibile ma anche di buon sapore deve essere francese almeno di produzione se non di tradizione e lignaggio (*).)
La mia catena di pizzerie al taglio si chiamerà pertanto "Decoup'izza"®™. Che vuol dire esattamente pizza al taglio. E suona svelto, francese e appetitoso come un croque-monsieur. (**). Se nel logo si riuscirà a trovare il modo di far appartenere visivamente la P sia a "decoup" che a "pizza" tanto di guadagnato se no ciccia. (***)

(*) Sola eccezione il cibo per cani, a cui non viene di solito data alcuna attribuzione geografica, il quale pur avendo lo stesso aspetto, il colore, il gusto e l'odore delle rinomate terrines, rillettes, patés e affini, e presentandosi in simili scatolette di latta, viene inspiegabilmente venduto in un diverso reparto dei supermercati.

(**)Pane in cassetta con una fetta di prosciutto e una di formaggio, coperto a volte di altro formaggio e/o burro e passato alla piastra, in pratica un normalissimo toast, con la sola differenza che la massaia francese media ha bisogno della ricetta per prepararlo e nelle brasseries viene venduto a sette otto euro minimo. nella variante "croque-madame" ha un uovo al tegamino sopra e costa un paio di euro in più.

(***) Ops, absit iniuria verbis regimibus dimangrantibus, volevo dire: 'sti cazzi.

(random #1)

Un lungo viaggio in autostrada in italia ha tutta una serie di conseguenze.
Per esempio le soste in Autogrill....... dove pare sia di estrema attualità il lancio di:

"I nuovi Aromacaffé. Una sosta di piacere". Foto prodotto. Post it (handwritten all caps): "SI PREGA DI NON LECCARE LA FOTO".

Niente da dire sullo slogan. Adegutamente efficace, niente di brillante, ma ben piazzato. Foto prodotto esplicita, invitante. Poi quel post it. Superfluo, a dir poco, inutile e peggiorativo. Il copy si faccia avanti per favore e ce ne spieghi il perché.
Anzi fatemici parlare a quattrocchi. Voglio capire da dove viene, cosa fa cos'ha in mente uno convinto di aumentare il desiderio di bere un caffé con panna e sciroppo al cioccolato pagandolo quasi il doppio di un caffé normale con un invito a non leccarne la foto. Deve essere uno che si attizza con le foto in bagno. O uno di quelli che comunica con la moglie via messaggi sul frigo del tipo: "ricordati di comprare le pastiglie di candeggina per il cesso oppure non te la do". Uno che prova a concupire fanciulle affermando "Io lo faccio meglio di tutti i tuoi ex, se vuoi te lo dimostro". Uno a cui l'aggettivo "sottile" fa pensare solo a salvaslip e fette di mortadella. Dategli un solero algida come buonuscita e mandatelo a casa di corsa. E poi date una strigliatina pure all' AD, ammesso che ce ne sia uno dietro 'sto capolavoro....

Monday, August 29, 2005

lunedi

Le mie vacanze sono finite ancor prima di iniziare. I dieci giorni più stressanti dell'ultimo decennio. 2000 km in macchina, almeno altrettanti in aereo, una sola scottatura solare, molti denari spesi e oggi si ricomincia a lavorare. oscillo fra la senzazione di essere stata lontana da parigi un paio di mesi a quella di non essere mai partita.....
I buoni propositi per l'autunno, se potessi farli quotare in borsa farebbero salire gli indici di svariati punti, tanto sono promettenti. Vedremo, me myself and I.
Gli altri expats sono già tutti tornati, pare, e già da stasera s'aripropone il problema linguistico... l'unico modo di metterli tutti insieme (i miei italians e gli anglophoni) è di costringerci tutti a raccontarci le rispettive epopee vacanziere nella lingua di molière, la meno adatta ad esprimere qualsiasi forma di ironia, sarcasmo and the like, soprattutto se parlata da chi come noi
a) non la padroneggia
oppure
b) potrebbe padroneggiarla ma non ci pensa affatto tanta è l'insofferenza per la lingua stessa
o invece
c) la padroneggia ampiamente ma non intende servirsene perché è deprimente (x)
o infine
d) è madrelingua francese, e pertanto all'oscuro dei limiti e miserie dell'idioma

Se solo tutti i miei amici italici parlassero inglese.... o meglio se tutti gli anglofoni parlassero italiano. Le mie personali azioni di protesta intraprese hanno avuto come soli frutti l'apprendimento della parola "limoncello" da parte di douglas e "bonjourno" da parte di kristen. jamey sapeva già dire "bella ragazza come stai" e non ha ritenuto fosse il caso dover andare troppo oltre.

Thursday, August 18, 2005

caro L

Sono tornata a casa tardi e ubriaca ieri sera. Ho passato una gran bella serata a casa di kristen con un po' di persone. Si parlava di sesso, di personalità, di "turn-ons" e "turn-offs". Ed era bello, rendersi conto delle differenze e uguaglianze che ciascuno ha in testa, lavorare con le parole cercando quelle più esatte per descrivere le sensazioni, le persone. Una volta a casa, la testa leggera e spensierata si è messa a pensare a stasera, in cui dovrei rivederti dopo un millennio.
"Turn-off", totale.
All'indicativo presente di te non so niente, potrebbe non piacermi più il tuo odore, o i denti o la piega della bocca quando parli, sei uno di cui non conosco più alcun pensiero, colore, niente. Sei un corpo sconosciuto, che una testa potrebbe anche non averla:
totale turn off.

Non se ne fa niente, stasera. scusamene. Se mi dai modo e tempo te ne parlo più diffusamente più avanti.
Sono "sessualmente" altrove. E ho intenzione di restarci.

Un po`di anni fa, per me, eri esattamente quello che un uomo dev'essere per scuotermi ogni muscolo e ogni pensiero.
Oggi sei ancora quello che eri, ma solo sotto forma di debole incisione nella memoria.
Fra allora e oggi c'è uno spessore di altre cose in cui non mi va di frugare. Potrei non ritrovarci quello che cerco.

Tuesday, August 09, 2005

14 ultimi anni televisivi

Nel 1991 non avevo un televisore, senza nemmeno considerare le migliaia di puntate di Beautiful che mi perdevo ignara della sua mera esistenza, meno una, che un'amica un giorno mi pregò di guardare per lei, ché lei aveva un esame da dare all'università e quegli screanzati avevano avuto la scortesia di piazzarglielo proprio a quell'ora. Si arrabbiò moltissimo la mia amica, perché non ci avevo capito granché secondo lei in quella puntata cruciale nella storia fra ridge e brooke. Nel 1997 mio padre mi venne a trovare a roma e mi regalò un televisore, modello disegnato da Philip Starck, al quale restai incollata per mesi, fino al giorno in cui una delle mie roomates dell"epoca rovescio l'aspirapolvere sul cavo d'alimentazione, uccidendolo (nel frattempo il televisore aveva traslocato in camera sua in cambio di un epilatore elettrico).
Nel 2000 (altra casa, altro quartiere di roma) comprai un nuovo televisore grande e moderno, un videoregistratore e un letto. Per motivi esclusivamente sessuali. La seconda storia d'amore più bella della mia vita era nata dopo la visione di "when we were kings" e "hong kong express"in cassetta. Il tipo in questione la prima sera s'era portato tutto da casa, cassetta videolettore e tele. Ma dopo la prima volta non era pù così disponibile alla trasferta con trasporto merci fino a casa mia. Di cassette da vedere ne avevo a decinaia (tutta la collezione dell'unità, per intenderci, ancora avvolta nel suo croccante imballaggio, etichette ancora tutte da incollare). Il letto erano in realtà due messi insieme, il che dava uno scomodo effetto faglia-di- sant'andrea durante gli scambi culturali con il suddetto ospite notturno.
L'antenna però la comprai solo nell'autunno 2001 per non perdermi quella storia degli aerei in america.....
Nel 2002 sono espatriata qui a parigi e per un anno e mezzo ho avuto tutti i mezzi di informazione terrestri e satellitari al centro del mio spazio vitale (un televisore da 200 pollici più internet a banda larga, cavo, radio stereo, casse etc in 25 mq da dividere con un giornalista).
Con il suddetto giornalista dividevo anche molto altro fino al giorno in cui non è partito per la germania.
Da allora niente più tele. Fino a un mese fa. Solo che la l'apparecchio non ha l'antenna, e il primo tentativo di acquisto si è rivelato inutile: il cavo è troppo maschio da un lato e troppo femmina dall'altro. Un intervento di chirurgia plastica sulle estremità copulatorie da me performato con forbici da manucure non ha dato risultati apprezzabili al successivo inserimento del cavo nei buchi preposti. Così ho rinunciato. Quando torno a casa per restarci fino all'ora di andare a dormire, lo schermo inesorabilmente nero mi deprime. Penso a tutte le meraviglie che potrei vedere, alla tele in italiano, alle lacrime di gioia e nostalgia che lascerei scorrere senza vergogna davanti ai culi di veline e facce di culo di ministri che rilasciano dichiarazioni ai tg (rilasciare is the operative word). E mi dico ogni giorno "domani mi abbono a Noos e voglio l'intero pacchetto dei canali transalpini".
Poi, in un giorno di quest'unica stagione che fa qui (11° era la temperatura stamattina) mentre leggo le ultimissime notizie dal Paese sul sito di Repubblica, qualcosa sconvolge in maniera permanente il mio equilibrio psico fisico e disintegra gran parte dei miei progetti per il futuro:
"Pupo e "Il malloppo"
esordio convincente
l'audience premia
il nuovo quiz-show:
un solo punto sotto "Paperissima sprint" .......

Thursday, August 04, 2005

quasi quasi resto nel 12°

Ok, mi piace tagliare i capelli agli amici, c'è gente a cui piace andare nei villaggi turistici o andare allo stadio e io faccio finta (senza risultare troppo credibile) che non ci sia niente di male.
Ieri ho visto le foto di kristen a berlino dello scorso we e ho notato che ADM ha bisogno di una bella sfalciatina alla chioma.
Vado a londra per incontrare ADM domani e devo trovare un modo di imboscare un paio di forbici per performare il taglio.
Ci vado in treno, ma c'hanno il metal detector pure loro, quelli di eurostar. Le forbici passeranno o no?

Mi sto esercitando alla marcia protratta da una settimana a questa parte. Vado al lavoro in metro e rientro a piedi. Montparnasse->Bastille. Circa una decina di km. Vado al cinema in metro e rientro a piedi. Opera Garnier -> ariBastille. 4 Km. Ho in mente di passare tre giorni a londra senza utilizzare la Tube. (con la quale ho un conto personale ancora aperto, è l'unica metropolitana del mondo in cui mi sia mai persa proprio quando andavo a waterloo a prendere l'ultimo treno per gaypee) E con gli occhi gonfi di pianto eviterò di guardare tutti i bus, as well. Lo scrivo per poterlo rileggere e rendermi conto di quanto è irrazionale. tutto è cominciato dopo le seconde bombe: il mio rientro a casa avviene in un'ora di semipunta: treni affollati ma posti a sedere facili da carpire. la prima volta è stato per via di un barbuto diciamo pakistano zaino munito, che mi si è seduto di fronte. Aveva occhi dolorosamente belli. Fissava il soffitto stringendo lo zaino e respirava forte come se gli mancasse l'aria. A fianco un bambino e una bambina ridevano innocenti vicino ai nonni. Lui li ha fissati per un attimo, la testa abbandonata sullo zaino le mani strette intorno e il dolore gli si è fatto ansia disperata nel nero lucido degli occhi.
Le porte si aprono leggo il nome della stazione: tre prima della mia, mi precipito fuori, imbocco le scale mobili e le salgo a tre gradini la volta. Corro. Porte automatiche. Aria. Strada, quasi-sole.